Amazzonia

L'Amazzonia è semplicemente sconfinata, la foresta più grande del pianeta. Occupa più della metà del Brasile ed una vasta porzione del Sud America: si estende nei paesi limitrofi quali Venezuela, Colombia, Perù e Bolivia. Contiene un quinto delle riserve mondiali d'acqua dolce, con cui alimenta la più vasta foresta pluviale del pianeta, oltre 6 milioni di km², rifugio a sua volta di migliaia e migliaia di specie animali e vegetali, molte delle quali ancora da scoprire e classificare. Nel cuore della foresta scorre il Rio delle Amazzoni, che misura qualcosa come 6500 km dalla sorgente alla foce. In realtà solo il tratto compreso tra Belém e Manaus si chiama così. Prima di Manaus il fiume si chia rio Solimões fino al confine con il Perù, dove riprende il nome di Rio delle Amazzoni. La portata giornaliera del fiume è sufficiente a rifornire d'acqua una città delle dimensioni di New York per quasi dieci anni.


Molte tribù indie credono che il Rio delle Amazzoni sia una gigantesca anaconda, fonte della vita e della morte. Il sistema amazzonico comprende circa 80.000 km² di acque navigabili ed il Rio delle Amazzoni consente alle grandi navi di attraversare l'intero Sud America dalla costa brasiliana a Iquitos in Perù. In corrispondenza dello stretto di Óbidos, unica ostruzione topografica tra le Ande e l'Atlantico, il fiume mantiene comunque una larghezza di 2 km e per la maggior parte del suo corso è molto più vasto: nel punto di confluenza con l'oceano la foce occupa una distanza superiore a quella che separa Londra da Parigi.

Il dato statistico che lascia però senza fiato è un altro: circa il 14% della regione è stato disboscato, perlopiù negli ultimi trent'anni, ed una fascia di territorio come minimo equivalente è stata comunque intaccata dal taglio selettivo degli alberi o da altri stress ambientali. Con il riscaldamento globale che sembra aumentare la carenza d'acqua e, di conseguenza, il rischio di incendi, sul lungo periodo l'integrità di questo straordinario complesso di ecosistemi è in serio pericolo.

CARATTERISTICHE MORFOLOGICHE

E' opinione comune che l'Amazzonia sia una distesa sostanzialmente omogenea. Si tratta, in realtà, di un'idea fuorviante: ci sono montagne, in certi casi anche povere d'acqua, e la foresta è tutt'altro che una presenza uniforme e ininterrotta. Per cominciare circa il 25% dell'Amazzonia è caratterizzato dalla savana, chiamata cerrado: si tratta di una banda verticale che attraversa centralmente la regione, da Roraima al Mato Grosso meridionale, caratterizzata da condizioni del suolo e delle precipitazioni marcatamente secche. Il 5 o il 10% dell'Amazzonia, a seconda delle stagioni, è invece occupato dalla várzea (pianura alluvionale), una zona caratterizzata da paludi, laghi, terre umide e foreste che il fiume allaga ogni anno (dette “igapó”).

E' l'ecosistema più vario e tra i più biodiversi della regione, ma anche uno dei più minacciati, dato che per ragioni storiche tutti i centri urbani più sviluppati e buona parte della popolazione amazzonica si concentrano proprio nella pianura alluvionale.

L'Amazzonia ha, infine, un lungo tratto costiero. In quest'area, dove le mangrovie si alternano alle dune sabbiose, si estende il più ampio e complesso (dal punto di vista ecologico) estuario del mondo.

I fiumi dell'Amazzonia presentano analoghe caratteristiche di varietà. Ci sono principalmente tre tipi di corsi d'acqua, classificati in base al loro colore, diretta conseguenza delle caratteristiche del bacino idrografico di riferimento:
Marrone scuro: quando i sedimenti strappati alle Ande gli conferiscono un colore che ricorda quello del tè col latte. Tra questi il Rio delle Amazzoni per eccellenza, ma anche altri come il Madeira, il Juruá e il Purus.
Nero: fiumi che raccolgono le loro acque da altopiani granitici poveri di sedimenti ed assumono una tintura cupa per via delle sostanze chimiche prodotte dalla decomposizione dei vegetali. Sono molto meno ricchi di capacità nutritiva e ospitano una biodiversità più circoscritta, ma perlomeno non sono infestati dalle zanzare e, in generale, dagli insetti. Diversi corsi d'acqua hanno queste caratteristiche: il Rio Negro, come suggerisce il nome, è tra questi. Tra i meno lunghi si può segnalare l'Arapiuns vicino a Santarém.
La terza tipologia include i fiumi che si possono collocare tra questi due estremi. Sono i più belli di tutti, per il loro colore tra il verde e l'azzurro, tipico ad esempio del Tapajós, il più grande tra questi corsi d'acqua.

FLORA E FAUNA

Il tratto distintivo del bacino amazzonico è l'eccezionale abbondanza di specie vegetali e animali. E' stato possibile individuare oltre 6000 specie di piante in un'area di foresta estesa solo 1 km2, e sull'intero territorio ci si avvicina al migliaio di specie di uccelli (l'Amazzonia contiene un quinto di tutti i volatili del pianeta). La foresta pluviale è caratterizzata da un'estrema complessità strutturale, con molteplici strati sovrapposti di vegetazione che, dal livello terra alla cima della vegetazione (30 metri più su), costituisce altrettanti habitat. Rispetto alle aree temperate, la foresta pluviale ha conosciuto pochi cambiamenti sul lungo periodo: non fu toccata dalle glaciazioni, né da periodi di grave siccità. Di conseguenza la fauna ha potuto evolversi senza grandi censure, in sostanziale continuità, adattandosi a tipologie abitative spesso molto circoscritte e raggiungendo livelli di specializzazione elevati.

La maggior parte degli alberi che si possono osservare nella foresta pluviale sono palme tropicali, in mezzo alle quali spiccano numerose specie più grandi. Le piante che si concentrano nella porzione inferiore sono in maggioranza arboscelli, piante erbacee (non prive di applicazioni medicinali) e arbusti da foresta. L'elemento più noto del panorama amazzonico è l'albero della gomma, chiamato seringuera. Tutt'ora fonte di guadagno per le popolazioni locali, un centinaio d'anni fa l'albero della gomma fu base di un boom commerciale destinato a mutare il volto dell'Amazzonia. E' piuttosto noto anche l'albero della noce amazzonica, che raggiunge i 30 metri ed impiega più di 10 anni per diventare fruttifero; una volta raggiunta la maturità,il singolo esemplare può
produrre oltre 450 kg di noci l'anno.

L'ingà è un grande albero che appartiene alla famiglia delle mimosacee e può crescere fino a 36 metri d'altezza. Ha una corteccia a macchie colorate, larghe foglie e fiori bianchi lunghi e sottili, simili a quelli della mimosa. L'elemento caratteristico della pianta, però, sono i suoi baccelli che possono superare il metro di lunghezza. I baccelli contengono una polpa bianca e dolce e dei grossi semi che alcuni gruppi di indios utilizzano per trattare la dissenteria, altri per la pulizia dei denti. La cassia fistula, nota come escada-de-jabuti (“scala della tartaruga”), è invece una liana dall'aspetto inusuale che si arrampica dal terreno fino a fiorire alla volta della foresta primaria. Spesso queste liane sono più vecchie degli stessi alberi cui sembrano avvinghiarsi.

C'è una grande varietà di alberi di palma dalle radici spinose, dispersi in tutta la foresta. Il tronco vero e proprio inizia a due o tre metri da terra mentre la porzione di radici che rimane esposta è dotata di spine che impediscono agli animali di nutrirsene. In questa maniera il tronco è tenuto al riparo dalle inondazioni, mentre le radici sono in grado di assorbire azoto direttamente dall'atmosfera, più che dal terreno. Un esempio di questo genere di piante è il maquenque, l'albero che cammina, il cui legno viene utilizzato per realizzare pavimentazioni in parquet. Vuole la tradizione che il maquenque abbia sviluppato le spine per difendersi da un bradipo gigante ormai estinto, che aveva l'abitudine di abbatterlo. Parente stretto del maquenque è la paixiubinha, una palma che cresce diffusamente in Amazzonia, raggiungendo anche i 15 metri d'altezza. Ha un tronco sottile, radici esterne ricche di spine che spuntano dal terreno a formare una sorta di tepee, e foglie lunghe e sottili che alcuni gruppi indigeni utilizzano per il trattamento dell'epatite. La parte più utile di questa pianta è però la corteccia: resistentissima, può essere staccata e sfogliata in un pezzo unico e viene impiegata per i pavimenti e i muri.

Le zone migliori per scoprile la fauna amazzonica sono le rive dei fiumi e le piane alluvionali, ambienti ricchissimi di vita animale. E' possibile scorgere caimani, are e tucani, nonché una notevole varietà di falchi. Con un po' di fortuna e spirito d'osservazione si scoprono i rari delfini del rio delle Amazzoni, i  capibara o persino il gatto della giungla. All'interno della foresta vera e propria è più facile entrare in contatto con mammiferi come il pecari (un tipo di maiale selvatico), il tapiro, il tamanduá degli alberi (un bradipo formichiere) e, sia pur di rado, il secondo felino del mondo per taglia, il possente giaguaro maculato.
In linea generale, comunque, sono gli spazi aperti del Pantanal i luoghi migliori per avvistare gli animali nel loro ambiente naturale, che non la regione amazzonica; qui, infatti, la possibilità di movimento all'interno della foresta pluviale è limitata alle strette piste ed ai corsi d'acqua, e la vegetazione rende spesso impossibile vedere più in là di pochi metri.

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